Indaco
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Indaco

(sostentabitaly - novembre 2021 - @Leonardo Giacone)

Ti sarà già capitato, nell’ambito lavorativo o personale, di chiederti: “Dove sto andando? Dove porta il filo rosso della mia vita? Quale disegno traspare se collego i puntini?”.

Che dire...questa non è una lezione di filosofia, ma sono sicuro che concorderai con me: il lavoro impegna buona parte della nostra vita e gioca un ruolo fondamentale nell’evoluzione di una persona e nell’espressione del nostro talento.

Allo stesso tempo, se intendiamo l’azienda come un organismo vivente, questo processo di sviluppo e di presa di coscienza del percorso personale è fondamentale per assicurare che l’azienda stessa evolva e che rimanga un luogo florido ed interessante.

Ma come facciamo in una struttura piatta a conciliare l’evoluzione dell’azienda con quella personale di tutti noi che la viviamo?

Indaco

Da questi pensieri, nasce l’INDACO - che sta per iNDependence, Agreement, Commitment, and Objections.

L’INDACO è il processo tramite il quale, tutti noi personalmente ogni anno, esplicitiamo e concordiamo il piano di evoluzione personale all’interno dell’azienda: è lo strumento per individuare quel filo rosso che descrive il nostro talento.

Durante questo processo andiamo a raccontare i momenti della nostra vita in azienda:

  • il passato: cosa ho fatto fin’ora;
  • il presente: quali aspetti posso migliorare;
  • e il futuro: come intendo evolvere.

Queste tre parti sono la proiezione della nostra persona e ci permettono di prendere coscienza del cammino che abbiamo intrapreso.

L’INDACO, quindi, deve essere pensato dichiarando non solo quali risultati si è ottenuto e quali si desidera raggiungere, ma anche quali azioni si andranno a compiere per raggiungerli.

Questo lo rende uno strumento estremamente concreto: un vero e proprio piano d’azione che abilita l’evoluzione continua della nostra persona, e quindi anche dell’azienda.

Quindi, un INDACO efficace deve rispondere a tre domande:

  • Quali azioni farò da qui ai prossimi mesi per continuare a portare valore per me e per l’azienda?
  • Chi sono le persone che sono interessate alle mie azioni?
  • Quali competenze devo colmare per riuscire a implementare le responsabilità che ho individuato grazie al piano di evoluzione?

Ti sembra tutto un po’ tutto troppo confuso, vero?

Proviamo a descrivere nel pratico ed immaginare il tuo INDACO.

Come prima cosa, prendi carta e penna (o un Word va bene lo stesso) e prova a descrivere la tua persona all’interno dell’azienda, raccontando:

  • La tua esperienza passata, attraverso una panoramica di ciò che hai fatto di rilevante dall’ultimo INDACO fino al momento della revisione.
  • Cosa hai fatto bene, considerando anche da un punto di vista emotivo.
  • Dove pensi di migliorare.
  • E il piano d’evoluzione: dove vuoi andare, perchè, come desideri raggiungere un determinato risultato e come ne misuri il successo (o il fallimento).

Questo documento sarà la base per discutere il tuo INDACO...ma con chi? Il tuo capo? Il responsabile? I tuoi colleghi più stretti?

Mentre penserai alla tua evoluzione salteranno fuori, in maniera naturale, quali sono le persone che hanno partecipato o porteranno un interesse o un aiuto rispetto a quello che andrai a fare: ecco che nasce la tua cerchia d’interesse.

Sono proprio queste persone dalle quali vorrai ricevere feedback rispetto al passato o che saranno attivamente interessate dalle tue azioni future. Stiamo parlando di colleghi o altri portatori d’interesse, ad esempio il cliente per cui lavori o per il quale desideri lavorare.

La cerchia d’interesse gioca un ruolo fondamentale in questo processo: tutti i coinvolti avranno un ruolo attivo nella tua evoluzione. Quindi scegli bene la tua cerchia...

Ecco che passiamo alla fase successiva: tu e la cerchia d’interesse ti incontri (anche virtualmente) e grazie all’aiuto di un facilitatore rifletterete insieme sulle intenzioni che hai dichiarato sul documento: ricordati di condividerlo con loro con un certo anticipo.

Questo momento sarà molto intimo e sincero: ti troverai a parlare del tuo essere, nel passato, presente e futuro. I membri della cerchia s’impegneranno ad ascoltare e partecipare attivamente. Ogni parte dell’incontro è intervallato da momenti di chiarimento, durante i quali risponderai alle domande poste dagli altri, e momenti di feedback.

Il facilitatore, che conosce le tecniche sociocratiche di facilitazione, farà in modo che tutte le voci siano ascoltate, dando ritmo all’incontro.

Se la prima parte dell’incontro è dedicata all’esperienza passata e presente, la successiva è focalizzata sull’evoluzione della tua persona.

Ruoli e badges

Forse qui ti starai chiedendo: quanta libertà ho nel definire il mio piano d’evoluzione? In quali dimensioni dell’azienda ho possibilità di evolvere? Desidero evolvermi, ma in un ruolo diverso da quello attuale...posso farlo?

In mondora siamo abituati ad auto-organizzarci e a muoverci per interesse, piuttosto che per imposizione, ma con il tempo ci siamo accorti che è necessario stabilire degli ruoli, con lo scopo di definire come una persona può evolvere nelle sue responsabilità e competenze. Ognuno di noi può ricoprire più ruoli, occupandosi così della vita aziendale a sotto più punti di vista.

La padronanza delle competenze e le responsabilità collegate sono raggruppate in badge: il percorso di una persona, secondo un determinato ruolo, è rappresentato dai badge che ha guadagnato.

In mondora, gli ruoli o i badge possono essere aggiunti o modificati e servono a descrivere qualsiasi ambito aziendale: esistono ruoli più tecnici, fortemente incentrati sui prodotti e servizi che offriamo, ad esempio sviluppo o progettazione software, altri meno tecnici, ma non meno importanti per la vita dell’azienda.

Pensa...c’è un ruolo che si chiama MONDORIANS: descrive le competenze e responsabilità di tutti i colleghi mondora, naturalmente con diversi badge all’interno.

Ma torniamo al tuo INDACO: nell’ultima parte dell’incontro presenterai il piano evolutivo. In mondora, ognuno di noi deve tenere conto di tre dimensioni e dei relativi badge che si vogliono acquisire:

  • Almeno un badge collegato al proprio lavoro di tutti i giorni, che emerge da una sotto-cerchia della comunità di pratica
  • Un badge collegato al ruolo mondorians, di cui ti parlavo prima
  • Un badge che deriva dalla cerchia Common Good: quella cerchia che si occupa di produrre e misurare impatto positivo

Ecco che dovrai presentare il tuo piano cercando di articolare il discorso che segue un filo conduttore che collega un perché, un come e un che cosa.

Quindi, si passerà in disamina le azioni collegate che desideri mettere in campo e s’identificheranno i badge per i ruoli che desideri confermare e assumere, proponendo anche il piano di misurazione del tuo successo ed eventuali scadenze per la revisione.

A questo punto, le persone della cerchia cercheranno l’assenso rispetto a quello che hai presentato riportando a turno le obiezioni sul tuo piano. Le obiezioni saranno riportate sia dal punto di vista dell’azienda, che personale, ponendosi in uno stato mentale di accompagnamento e vicinanza, cercando di vedere gli interessi di tutti e creando le condizioni che favoriscano la tua evoluzione.

Bene, il tuo primo INDACO è finito: facciamo il giro di checkout dove a turno rispondiamo alle domande “Cosa mi è piaciuto” e “Ancora meglio se”. Forse ti sentirai positivamente strano, sicuramente grato verso le persone che ti sono state vicine e ti hanno aiutato in questo momento.

Ma non ti dimenticare: questo è il primo, ci rivedremo presto.